VERSILIA CHIAMA EUROPA
Massimo Mallegni - Simone Tartarini
29 apr 2014
VERSILIA CHIAMA EUROPA

Il 25 maggio ci daranno le elezioni Europee, i cittadini Italiani, forse anche quelli degli altri Stati Membri, paiono essere al quanto disinteressati.
Eppure questa nostra “disattenzione” alle politiche Europee ci porterà, come è già accaduto nel recente passato a non contare niente nel sistema del “potere” europeo.
Purtroppo è da Bruxelles che partono le direttive, le quali condizioneranno sempre di più le nostre scelte di Stato a Sovranità sempre più limitata.
Il nostro peso politico dovrà essere sempre più importante. Soltanto dopo aver capito che l’unità della politica italiana sullo scacchiere europeo porterebbe ad un “rispetto” che meritiamo, probabilmente avremmo “messo a segno” un importante risultato.

Noi, dal canto nostro in Versilia ci siamo posti alcune domande circa lo sviluppare una serie di politiche comuni per dare un “senso” ad un territorio così omogeneo ma diviso da un inutile ed arcaica divisione geopolitica.
Avere 7 Comuni in un territorio di appena 170 mila abitanti significa essere continuamente comparse in una sceneggiatura alla “Ben Hur”.
Se la Versilia, nell’ottica europeista, tesa anche ad una razionalizzazione dei costi che questi attuali frazionamenti moltiplicano esponenzialmente, puntasse all’unificazione amministrativa, il risultato economico volgerebbe a favore dello sviluppo e dell’occupazione.
Riflettendo quindi sul progetto del Comune Unico della Versilia ci sono venuti in mente i numerosi parallelismi tra questo ed il progetto europeo.
Visionari che prefigurano percorsi nuovi, come artisti incompresi nel proprio tempo.

Entità piccole, troppo piccole per resistere alle sfide del mondo globalizzato, che tentano con molte difficoltà di unirsi come nel matrimonio di manzoniana memoria.
L’idea di unire sette piccoli comuni adagiati su un unico luogo economico pare incontrare, fatti i dovuti rapporti, le stesse difficoltà che incontra la formazione degli Stati Uniti d’Europa.
In tutte e due i contesti il cammino è stato avviato e nonostante tutto c’è la diffusa consapevolezza sia nell’uno che nell’altro caso l’idea sia stata quella giusta e saprà giungere al traguardo.
La storia come una molla ha proposto nel suo corso per l’Europa come per l’Italia divisioni e riunioni senza soluzione di continuità. L’idea degli Stati Uniti d’Europa scaturita all’indomani del disastro bellico della seconda guerra mondiale poggiava le sue fondamenta proprio sul rifiuto culturale di quello che era accaduto.

Anche il Comune Unico della Versilia è un progetto analogo, non solamente perché intende unire quello che ora è diviso dando alla nuova istituzione un corpo strutturalmente più solido, ma infondendo al nuovo istituto comandamenti e strutture finalmente moderne e atte a esaudire le esigenze dei cittadini. 

Come per l’Europa la diffidenza per il nuovo, alimentata dall’ignoranza per quel che ci è sconosciuto o peggio ancora per la paura di perdere un brandello di potere, ostacola e ritarda l’inevitabile epilogo. Eppur coloro sanno bene che il tempo non è variabile indipendente.

Così è in Europa dove la Germania sta giocando, ancora una volta mi verrebbe da dire, la sua sciagurata partita persa per l’egemonia del continente.
La miopia politica della sua classe dirigente non riesce a scorgere che solo un’Europa unita, coesa e forte potrà gareggiare con gli altri competitor globali. Una Germania dominatrice economica dell’Europa, ancorché forte, risulterebbe un moscerino sul parabrezza del mondo.

Anche in Versilia questa provinciale teoria miete proseliti tra palazzo e plebe. Tra anacronistici campanilismi da stadio e ricostruzioni storiche più o meno autentiche.
Ma è difficile “campare” di queste cose per famiglie ed imprese, e oggi anche per le istituzioni.

La possibilità concreta che molti non escano vivi da questa guerra non dichiarata è divenuta quotidianità. O si inverte la marcia o famiglie ed aziende non saranno più nella condizione di pagare le tasse.
L’eventualità, perdurando lo status-quo, che i comuni non riescano a pagare gli stipendi ai dipendenti non appare solo eventuale. O si fa sistema, a partire dall’istituzione, o saremo destinati a soccombere.
Quanto vale per il pubblico vale per il privato che, proprio a tutela di quel naturale oggetto d’impresa che è il profitto, deve in questa fase rivedere il proprio atteggiamento tendenzialmente isolazionista a favore di una visione più collaborativa, con i soggetti economici del proprio territorio.

In questo rinnovato contesto il Comune Unico della Versilia dovrà fungere da collante e da propulsore. Il Comune Unico della Versilia non è una fuga in avanti ma è l’unica via di fuga. Lo è per il nostro territorio, lo è per l’Italia.

Il Comune è la prima Istituzione a contatto con i cittadini, l’unica dove si vota per dare l’inquilino al palazzo.
Il suo rinnovamento ed il suo rafforzamento può contribuire a dare un nuovo indirizzo all’Italia. Dobbiamo ritornare a contare in Europa per quello che anche a livello mondiale ci è ampiamente riconosciuto.

Dai nostri prodotti enogastronomici, alla moda, dal turismo alla Ferrari.
Un Italia più forte per un’Europa più forte.
In un viaggio da qualche parte bisogna pur partire.
Noi partiamo dal Comune Unico della Versilia, Versilia chiama Europa.