FEEDING KNOWLEDGE
Cosimo Lacirignola
03 apr 2014
FEEDING KNOWLEDGE

 Nel 1996 il World Food Summit ha coniato una ambiziosa definizione per il concetto di sicurezza alimentare, descrivendola come quella condizione nella quale tutti hanno accesso a cibo sufficiente, salutare e nutriente per poter condurre una vita sana e attiva. A partire da quella data, in diverse occasioni e in più angoli del mondo, sono state spese molte energie per tradurre in concreto questo concetto, e sono state promosse numerose iniziative per ridurre le disparità nell’accesso al cibo e la promozione di un’alimentazione sana e sostenibile. 

Nei prossimi anni la sicurezza alimentare continuerà ad essere una delle grandi sfide a livello mondiale. Infatti, secondo le previsioni della FAO, la domanda mondiale di prodotti alimentari dovrebbe aumentare del 70% entro il 2050, accompagnata da una forte crescita della domanda di mangimi, fibre, biomassa e biomateriali. Questo scenario si pone purtroppo in contrasto con il rallentamento dell'aumento della produttività —in buona parte a causa della riduzione degli investimenti nella ricerca agricola— e con una crescente pressione sull'ambiente e sulle risorse naturali. Ad esempio, il 45% dei suoli europei ha problemi di qualità. Circa il 40% dei terreni agricoli sono soggetti a inquinamento da nitrati e, negli ultimi 20 anni, l'avifauna è diminuita del 20-25%.

A quasi 20 anni dal World Food Summit del 1996, la sicurezza alimentare è un obiettivo che sembra ancora lontano, ed è una sfida sempre più attuale anche per molti Paesi industrializzati, che si trovano ad affrontare – forse inaspettatamente – molti dei rischi connessi con l’insicurezza alimentare. Allo stesso tempo, moltidonors nazionali ed internazionali hanno iniziato ad elaborare nuove strategie per ottimizzare gli sforzi compiuti nel passato e raggiungere al meglio gli obiettivi che la comunità internazionale si è data per garantire un futuro migliore e più equo alle nuove generazioni.

Una risposta a questa sfida è sicuramente rappresentata dallo sviluppo della ricerca e dell’innovazione; dalla capacità dei ricercatori di ascoltare i bisogni degli operatori della filiera agroalimentare per favorire il processo di adeguamento delle imprese. Ciò comporta un più forte legame tra ricercatori ed operatori agroalimentari ed un raccorciamento della filiera della conoscenza.

Di conseguenza, a fronte di un’esigenza che si fa sempre più pressante di una filiera della conoscenza “breve”, nella quale i ricercatori e gli “utilizzatori” dei risultati della ricerca stabiliscano un legame diretto, appare necessario mettere a disposizione strumenti che permettano il dialogo e il confronto.

La ricerca ha, infatti, tanto più successo quanto più risponde alle esigenze manifestate dagli operatori e quanto più viene applicata sul territorio, perché si possa misurarne l’efficacia, individuarne le criticità e tracciarne gli sviluppi futuri. L’innovazione diventa, pertanto, il risultato della creazione di una rete, dell’apprendimento interattivo, della contrattazione tra un insieme eterogeneo di attori.

L’innovazione, quindi, richiede il coinvolgimento di molti attori e di interazioni efficaci tra questi. Ma un ruolo importante deve necessariamente essere giocato ancheda istituzioni, leggi, regolamenti, attitudini, abitudini e pratiche, fondamentali nel condizionare il modo in cui gli attori interagiscono.

Quello che, secondo alcuni, sembra essere la chiave di volta per la messa in atto di meccanismi virtuosi ed efficaci per far fronte a questa importante sfida è un cambio di approccio nella definizione delle iniziative e dei programmi a supporto della sicurezza alimentare che andrebbero, secondo questo approccio, sviluppati in linea con le reali esigenze dei destinatari dei programmi stessi.

In questo scenario, nel 2012, ha preso il via Il Programma Feeding Knowledge, che si basa sulla convinzione che la conoscenza, se sviluppata secondo i bisogni dei diversi Paesi,possa essere uno degli strumenti più efficaci per affrontare l’insicurezza alimentare.

Feeding Knowledge è un’iniziativa strategica di Expo Milano 2015, l’Esposizione Universale che l’Italia ospiterà da maggio ad ottobre 2015, il cui tema è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Il Programma, attuato dall’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (IAMB) del CIHEAM (Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes) in cooperazione con il Politecnico di Milano, si pone come obiettivo il rafforzamento del processo di condivisione e sviluppo di conoscenze sulle tematiche inerenti la sicurezza alimentare, attraverso l’ascolto delle esigenze a livello locale ed il loro trasferimento non solo al mondo della ricerca, ma anche ai decision makers nazionali ed internazionali. Il Programma, rivolto principalmente alla regione Euro-Mediterranea, terminerà nel mese di ottobre 2015 e costituirà parte dell’eredità permanente dell’Esposizione Universale.

Per raggiungere i propri obiettivi, il Programma ha costituito una rete di esperti,Network Feeding Knowledge, che oggi conta più di mille iscritti, supportata da una Piattaforma Tecnologica on-line per la condivisone di ricerche, conoscenze, opinioni ed idee su cinque aree tematiche collegate alla sicurezza alimentare: gestione sostenibile delle risorse naturali; aumento qualitativo e quantitativo della produzione agricola; aspetti socio-economici e mercati globali; piccole comunità rurali; modelli di consumo alimentare. Il Network ha dato vita, con le proprie ricerche, ad un ricco database open sourceche raccoglie non solo gli abstract degli articoli pubblicati dagli esperti, ma anche molte fonti attualmente disponibili sulla rete a libero accesso. Tra i risultati più tangibili del Network è opportuno menzionare la redazione, attraverso metodi innovativi di collaborazione a distanza, di cinque white paper, uno per ognuna delle aree tematiche menzionate, contenenti una serie di raccomandazioni per indirizzare la ricerca del prossimo futuro e garantire risultati utili per affrontare i rischi dell’insicurezza alimentare.

Inoltre, il Programma ha attivato dieci uffici locali in altrettanti Paesi della Regione euromediterranea, ospitati nelle sedi dei Ministeri dell’Agricoltura, per favorire la disseminazione dell’iniziativa a livello locale e fungere da centri di ascolto delle esigenze legate alla sicurezza alimentare di tutti gli attori dislocati sul territorio nazionale: dagli operatori agricoli ai rappresentanti delle istituzioni, passando per le ONG, le associazioni e le imprese private. Questa attività di raccolta ed analisi dei bisogni che la ricerca potrebbe e dovrebbe indirizzare è stata svolta da esperti nazionali, appositamente formati nell’ambito del Programma, che operano, in maniera del tutto innovativa rispetto ad altre iniziative, come veri e propriinnovation brokers per collegare domanda ed offerta di ricerca ed innovazione.

I risultati di questa attività di ascolto saranno raccolti, insieme alle raccomandazioni contenute nei white papers, in un breve documento programmatico: Shared Vision for Food Security in the Euro-Mediterranean Area, rivolto ai rappresentanti di istituzioni nazionali e di organizzazioni internazionali impegnati per la sicurezza alimentare, come supporto all’elaborazione di programmi e iniziative che possano indirizzare i bisogni emersi sia dal mondo della ricerca, sia dalle indagini a livello locale. Il documento sarà presentato durante l’Esposizione Universale a Milano,in occasione di un evento dedicato al Programma Feeding Knowledge.

È interessante notare come, sulla base delle attività di ascolto messe in atto nella prima fase di attuazione del Programma, sia emersa una serie di bisogni inerenti non solo le cinque tematiche principali, ma anche un chiaro orientamento verso la necessità di adottare riforme dell’assetto politico, istituzionale e socio-economico, che in alcuni casi è percepito come un fattore determinante nell’adozione di iniziative efficaci per la sicurezza alimentare. Per quanto riguarda, invece, quei bisogni che possono più facilmente essere collegati con la ricerca, la problematica della scarsità e del degradamento delle risorse – particolarmente acqua e suoli – è tra quelle più frequentemente menzionate, insieme all’uso dei pesticidi ed alla necessità di sostenere la produzione di alimenti di alta qualità, anche tramite l’armonizzazione delle normative tra diversi Paesi. In questo contesto, è interessante notare come molti degli operatori agricoli intervistati nell’ambito del Programma abbiamo ricordato l’importanza di orientare gli investimenti della ricerca nella tutela e valorizzazione dei prodotti tradizionali e, soprattutto, di mettere in atto iniziative che possano contribuire all’accesso alle conoscenze anche da parte degli operatori e agricoltori e, in generale, da parte di tutti coloro che sono coinvolti nella “filiera” nazionale della sicurezza alimentare.

È evidente, quindi, come la conoscenza sia percepita a più livelli, dall’agricoltore al decisore politico, come un elemento chiave per garantire la sostenibilità ed il successo delle iniziative per la sicurezza alimentare. È proprio questo messaggio che costituisce il presupposto di Feeding Knowledge che si intende trasmettere in vista dell’Esposizione Universale del 2015. Tuttavia, come dimostrato dalla grande quantità di ricerche e fonti di conoscenza che il Network costruisce e condivide giorno dopo giorno, è altrettanto importante che questa conoscenza, dietro la quale sono investite risorse economiche ed umane, non venga sprecata, ma canalizzata e sfruttata al meglio, seguendo la linea tracciata dalle esigenze locali. Anche la conoscenza è, infatti, una risorsa preziosa, che richiede una gestione oculata ed attenta per far sì che si traduca in risultati concreti, in innovazione, in soluzioni efficaci.

A tal fine, il Programma Feeding Knowledge è stato scelto da Expo Milano 2015 come canale per la diffusione e la raccolta delle candidature per la competizione sulle Best Sustainable Development Practices for Food Security: un concorso internazionale finalizzato all’individuazione di 15 iniziative (idee, progetti, know-how, tecnologie) che rappresentino buone pratiche in termini di risultati, sostenibilità e replicabilità in altre parti del pianeta. L’ambito tematico delle iniziative candidabili coincide con le cinque tematiche del Programma “Feeding Knowledge” ed abbraccia, quindi, tutti gli aspetti collegati con la sicurezza alimentare – da quelli tenico-scientifici a quelli sociali ed economici. Le candidature possono essere inviate attraverso la Piattaforma on-line del Programma (www.feedingknowledge.net) entro il 15 settembre 2014. Le iniziative vincitrici avranno grande visibilità nel Padiglione d’ingresso di Expo Milano 2015, che si prevede accoglierà circa 30 milioni di visitatori nei sei mesi dell’Esposizione, ed i loro protagonisti saranno invitati a tenere workshop dedicati. Inoltre, per le cinque migliori iniziative, sarà prodotto un film documentario.

Attraverso quest’ultima iniziativa, Expo Milano 2015 e Feeding Knowledge intendono raggiungere un altro importante obiettivo condiviso sia con le istituzioni, sia con la comunità scientifica internazionale, ovvero avvicinare il pubblico alla scienza e dimostrare quanto i risultati della ricerca siano fondamentali per migliorare la qualità della vita, presente e futura.

  
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