IL MIGLIOR GOVERNO POSSIBILE?
FABIO FOCARDI
23 feb 2014
IL MIGLIOR GOVERNO POSSIBILE?

Leibniz letto nel renziano dolce stilnovo per il primo governo cattointegralista della storia d’Italia. 

Contro il “modernismo” di Francesco l’integralismo e l’ottimismo della creazione. Si spiega bene Ferrara: il mondo (così com’è, anzi come era) è libera costruzione di Dio, la migliore possibile. Il governo, il migliore dei possibili.
”Dio non sceglie a caso, bensì preferisce infallibilmente l'ordine migliore. Nell'infinito campo del possibile, che egli conosce intellettualmente, Dio sceglie la migliore tra le infinite combinazioni, ossia quella che contiene la minore quantità di male per le creature”
E’ contento, quasi, anche il Cavaliere(che ha forse propositi diversi).
Non sfuggono all’ottimismo leibniziano due punti critici di fondo da governare: la natura e la povertà. Al governo dei cattolici neo integralisti che userà il francescanesimo fiorentino del trecento, il compito di affrontarli: focolarini submittunt Cl per gestire il mondo.
Sarà dura ma ce la faremo dice R, il piano è quello del doppio livello: garantire il Profitto e gestire la povertà: nocciolo del sempre vero ordo rerum.
Alla natura non c’è molto da fare: il suo corso voluto dall’Assoluto procede al meglio. Anche la virtù dell’uomo può fottersi, l’unico obiettivo sarà riparare gli argini e contare i morti. Può al massimo diventare motivo di business dopo le sciagure. Tanto non può che finire bene.

Il vero problema è la povertà. Come conciliare il profitto con la povertà da lui stesso generata. Ecco il governo del mix dell’ottimismo.
Il Governo del profitto (Ministero economia e finanza) è quello della cultura europea finanziarizzata. Danaro che genera plusdanaro a scapito delle ex economie nazionali. Voluto dalla finanza internazionale non potrà misconoscere le richieste tedesche dell’austerità e metterà mano alla distruzione del ceto medio con tutti gli strumenti possibili. (Ha già fatto esperienza in Grecia). Prevedibile un’ulteriore diminuzione della ricchezza privata e all’allargamento delle fasce di povertà.
Il Governo dello Sviluppo è affidato agli industriali che hanno come obiettivo lo spostamento dello “sviluppo” fuori dal nostro contesto geografico, il loro obiettivo interno è fare un deserto economico. Far morire il novecentesco lavoro (con la sua rigidità), troppo costoso, con conseguente incremento della povertà.
Il Governo del Lavoro è affidato alle cooperative, alfieri della sottoretribuzione. Esistono già in tutti i settori contratti di secondo livello con retribuzioni ridotte e concorrenziali. Dove non basti sono in allestimento le coop di extracomunitari. Il lavoro sociale è terreno di monopolio coop. Non è un caso che R nella presentazione dei ministri abbia parlato della sofferenza dei meno abili: lì si possono riciclare una parte di lavoratori a meno salario.
Lavoro povero è il nuovo fronte del miglior governo possibile.
Lavori pubblici: si consolidala leadership di Cl che comunque insiste sugli stessi temi e gode nell’idea di ingrassarsi.
In ultimo il Governo della miseria: il terzo settore assistenziale, strutture neocatecumene comprese, i cosiddetti volontari, che hanno come obiettivo riciclare l’eccedenza di produzione alimentare e far sopravvivere i poveri inoperosi, redimendoli dal male che potrebbero fare perché contro la morale. Lotta all’abiezione e miraggio di un reinserimento in cambio di un “pasto caldo”. Manca solo Monna Tessa.
A coronamento dell’ottimismo il nascituro ministro, il cui avvento segnerà la continuità della vita voluta da Dio.

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