UNA VENERABILE INTERVISTA
LEONARDO TOZZI
07 feb 2014
UNA VENERABILE INTERVISTA

Ma cos’è questa crisi? Perché dura, dura, eccome se dura. Ora sembra che si profilino segnali di schiarita, ma i fondamentali dell’economia italiana nel contesto globale restano quelli che sappiamo. Debito pubblico stellare, tassi di crescita negativi, pressione fiscale alle stelle, tagli alla spesa solo per annunciarli sui media, burocrazia pervasiva e inefficiente… ci siamo dimenticati qualcosa?

Un pò per curiosità, un po’ per capirne di più, un po’ per ascoltare pareri diversi e approfonditi, abbiamo incontrato alla vigilia di questo nuovo numero di IF una personalità eminente dell’Associazionismo Laico Illuminato della Toscana, un Maestro insomma, un uomo colto e informato, al centro di una diffusa rete di relazioni e interessi. Per motivi che rispettiamo ci ha chiesto di mantenere l’anonimato e noi lo abbiamo assecondato.
Ci siamo dati appuntamento in una bella caffetteria-gelateria dell’elegante periferia fiorentina dove, davanti ad un gustoso Buontalenti, abbiamo svolto la nostra intervista.

Maestro, da dove cominciamo?
Da come eravamo, che ne dice? L’Italia era un paese anomalo nel contesto europeo. Ricchezza diffusa, una rete infinita di piccole e medie aziende, una presenza limitata di grandi Spa. Questo sistema che storicamente è stato nel bene e nel male la ricchezza dell’Italia è stato messo a dura prova dal modo in cui si è costruita l’Europa e soprattutto dall’affermarsi dell’Euro come moneta unica.

Può fare un esempio?
Il sistema del credito. Decisivo. La penalizzazione che ha colpito la struttura produttiva tipica della nostra economia. Quell’azienda piccola, una sorta di famiglia allargata, poco sopra la dimensione artigianale. Quando questo mondo italiano ha incontrato il nuovo mondo bancario post BCE ne ha scoperto una rigidità inaspettata. Il nuovo management bancario succeduto al vecchio direttore di banca che conosceva personalmente i clienti e sapeva valutarli con la sua esperienza e la flessibilità necessaria in questo genere di cose, è stato sostituito da rigidi funzionari impersonali, dei terrorizzati direi, prigionieri di un Software superiore che decide oltre ogni mediazione sociale e, soprattutto, aldilà di ogni specifica professionalità applicata, le possibilità del credito. Che sono ormai infatti sempre pù scarse e impraticabili.

Mi scusi, ma ciò è anche la punitiva conseguenza di pratiche precedenti quando crediti ingenti sono stati affidati a soggetti inaffidabili se non di malaffare, pensiamo al caso Parmalat…
Sono briciole in confronto a quello che è il vero problema. Le nostre banche erano e sono ingozzate di titoli tossici. Negli anni 90 la Federal Reserve Usa per stimolare una fase economica stagnante ha stampato dollari per drogare la domanda ed erogato crediti al consumo in modo massiccio e assai generoso. Quando questo debito è diventato così imponente da preoccupare seriamente, considerando anche che era largamente inesigibile, si è provveduto a cartolarizzarlo, ovvero a cederlo con alti rendimenti ad alto rischio. E chi ha comprato questo debito? Noi e le banche europee.

Ovvio che sapevano cosa compravano. Quindi come è stato possibile?
Beh, c’è stato una forte pressione, per così dire, a comprarlo. Il quadro politico europeo era fortemente destabilizzato. La politica, dovunque denigrata e producente una classe dirigente non adeguata, i Balcani in fiamme. Ci sono state carriere bancarie e finanziarie importanti, per tacere di quelle politiche, che sono cominciate a seguito di quelle scelte. Poi, quando questi bond tossici sono andati a scadenza, si è aperta una violenta crisi finanzaria di cui Lehman Brothers è stata la vittima sacrificale, la storia dei mutui subprime è esemplare.
Inoltre, credo, si debba recuperare la capacità di analizzare questa fase anche cercando, nei limiti delle nostre informazioni, di mirare più in alto. Non credo si possa pensare che tutto questo sia il frutto solo una serie di “accidenti” tecnici o incapacità gestionali. Alcuni elementi strrutturali di questo “Nuovo Mondo” ci potrebbero fare da sentinella.
Ad esempio: la rarefazione del denaro come mezzo di scambio non è una cosa ineluttabile. Le Banche e le Appendici Esattive dello Stato lo rastrellano in modo massiccio, sostituendo al tradizionale potere di acquisto quello delle Carte abilitate-magnetizzate (di credito, bancomat, di acquisto presso ipermercati, etc ). E chiaro che si viene sostituendo indipendenza con dipendenza, mentre i grandi gruppi, le superSPA capitalizzate che operano sul mercato globale, non incontrano i limiti italiani e talvolta europei sul riciclaggio ed operano utilizzando liquidità artatamente conquistata.
Bisogna, per il caso italiano, imparare a leggere la competizione con la piccola e media impresa che è stata aggredita, anche con questi sistemi, dai grandi gruppi che grazie a modificazioni improvvise delle leggi di mercato, hanno acquisito supremazia e conquistato quote di mercato fino a dieci anni orsono impensabili.
Ma ancora sarebbe sbagliato racchiudere tutto dentro una dimensione solo finanziaria. Evidente e grave è stata anche l’assoluta incapacità della classe politica di rappresentare gli interessi dell'Italia dentro questo processo. La globalizzazzione, la crisi e i processi di riallocazione delle produzioni e delle risorse sono dati di fatto. Ineludibili. Ma il modo di attraversarli testimonia della capacità della Nazione di difendersi e rappresentarsi. Ecco, qui credo si sia verificato un vero e proprio tradimento.

Possibile che nessuno si potesse opporre politicamente a questo processo?
La ristrutturazione bancaria nazionale ed europea purtroppo si è svolta nel mentre si dispiegava l’assoluta debolezza del ceto politico nazionale, totalmente incapace a difendere gli interessi della nazione. E comunque, come dicevo prima, con lo sguardo volto dall’altra parte. Sarei curioso di quantificare le perdite patrimoniali verificatesi, ammesso che fosse possibile effettuare una tale analisi, nelle more del trapasso da Bankitalia a BCE

Un effetto indiretto di Tangentopoli?
Diciamo così. Indubbiamente le inchieste della procura di Milano all’inizio degli anni 90 hanno decimato la classe politica che nel bene e nel male aveva la cultura, l’esperienza, il radicamento necessari per riconoscere ciò che accadeva e confrontarsi con il problema. Il ceto politico sopravvissuto a Tangentopoli, in particolare il gruppo post comunista era fresco di una sconfitta epocale rappresentata dal crollo dell’Unione Sovietica. Doveva ottenere una legittimazione atlantica e sicuramente tutto il suo passato era noto ai servizi americani. Non poteva e non voleva dunque interpretare gli interessi reali del nostro paese, ed ha lasciato che i veri centri del potere finanziario facessero le loro scelte, ha girato la testa, in cambio della propria sopravvivenza e convenienza.

E il fenomeno Berlusconi?
Gli italiani, in particolare nella parte maggioritaria del popolo produttivo, si sono istintivamente difesi da questo processo esiziale per il proprio paese e i propri interessi votando la Lega e Berlusconi, che non mancava ovviamente di coperture e riferimenti importanti oltre Atlantico. Tuttavia anche Berlusconi non è andato molto oltre. Sulla sua incapacità di dotarsi di un ceto politico adeguato si sono scritte e dette molte cose, ma io ritengo che in certo senso il suo fosse un mandato limitato, che la sua ambiguità fosse in fondo strategicamente voluta, del resto anche la sua sconfitta è ambigua e mai risolta.
Guardiano agli asset principali della nostra economia. È assurdo che a tutt’oggi i grandi prodotti italiani – pensiamo alla Pasta di grano duro o al Parmigiano o all’Olio d’Oliva … - non siano tutelati sui mercati mondiali: sa cosa significherebbe per noi? Una crescita garantita dalle tipicità e dall’esclusività. E perché queste tutele non vengono mai richieste e applicate? Perché?

Insomma questa Europa delle banche non va…
Niente accade per caso. O quasi. Il processo di integrazione dell’Europa non è stato fatto politicamente fino in fondo. Non una politica estera comune, né una forza militare in grado di sostenere una diplomazia. Dall'assedio di Sarajevo alla Libia si sono registrate, incapacità, vigliaccherie , indecisioni e gravi contraddizioni. Il mondo ha smesso di aspettare l'Europa. Gli Stati Uniti hanno preferito indebitarsi per l’intero PIL con la Cina anziché permettere che la avventura Europea rischiasse di svilupparsi altrimenti. La Cina è oggi padrona del debito USA e quindi in un certo senso tiene l’America in pugno. Ma l’America ha la Forza, e la Forza è molto importante…

Passi la debolezza dell’Italia nel contrastare questo processo. Ma in Europa?
Tangentopoli non è stato un fenomeno solo italiano. Italiana è stata la la deriva successiva, ma il fenomeno va inquadrato in un quadro di riferimento più vasto. Un quadro di destabilizzazione dei governi europei. Si pensi alla caduta di Khol, il più grande dei leaders europei; alle pressioni sulla governace in Francia e Gran Bretagna.
E chiaro che bisogna accontentarsi di abbozzare. Mancano informazioni importanti per tentare di disegnare con precisione. Tuttavia penso che vista con gli occhi della Storia, fuori da ogni ridicolo complottismo, Tangentopoli sia stata una tessera nel grande mosaico che realizzava il disegno di destabilizzazione dei governi europei. L'obbiettivo: dimenticare Maastricht.

Che fare dunque?
Bisogna accettare questa fase, ci vorrà tempo. Non credo ad una operatività immediata. E’ un momento storico nel quale occorre avviare un’Operazione Verità. Un impegno disinteressato, etico, per affrontare i temi sul tappeto senza reticenze e rovesciando le narrazioni di convenienza sostenute dai media, quasi all’unisono. Solo una ricostruzione profonda della Verità Storica può aiutare ad esprimere un classe dirigente consapevole di quale sia realmente la partita da giocare.
Si costruisce il futuro e si produce una classe dirigente adeguata solo se si è in grado di comnpiere un’analisi complessiva e partecipata su quello che è successo .
Credo si debba osservare con attenzione ogni elemento di novità che la cronaca politica ci propone. Dal fenomeno di Grillo, ad esempio, prorompe una richiesta di partecipazione alla Cosa Pubblica in modo così drammaticamente inadeguato che deve farci riflettere. Non so immaginare come tutto questo possa evolvere.
Una sola cosa bisogna fare subito, direi con forza. Quasi con violenza.

Cosa?
Una lotta senza quartiere all'Ignoranza.